Marco Berardi


Libertà, amore e giustizia, la storia del Re della Sila intesse cronaca e leggenda. D’origine popolane, ma di acuto intelletto, si innamorò di Giuditta, una giovane valdese di San Sisto, nel tempo oscuro dell’Inquisizione. Per amore, della donna e della sua terra, divenne la guida della rivolta dei Valdesi della Guardia, sino a compiere l’assassinio del Barone de Castagnedo.

Catturato e torturato, fu condannato al rogo ma riuscì a fuggire e, nascosto tra i boschi, raccolse numerosi uomini creando un esercito e partendo per liberare la Calabria dal dominio degli Spagnoli. Nel sogno di fondare una Repubblica Calabrese, vinse molte battaglie e divenne un nemico della Chiesa. Fu scomunicato e fu posta una taglia sulla sua testa. Abbandonato oramai da tutti i suoi soldati, nulla si seppe della sua sorte. Narra la leggenda che Marco e Giuditta furono ritrovati esanimi in una grotta e che il corpo del brigante fu issato sul campanile della Chiesa di Assisi come esempio del destino di un ribelle.